Francavilla Angitola - Il Paese del Drago
Per effetto delle persecuzioni iconoclastiche avviate dagli Imperatori di Bisanzio (VIII° secolo d.C.), arrivarono nell′Italia del sud, ed in particolare in Calabria(nelle montagne della Sila e dell′Aspromonte), in cerca di libertà religiosa e di riparo, molti monaci basiliani orientali. Come monaci basiliani furono indicati quei monaci che si rifacevano alla tradizione orientale, a San Giovanni Crisostomo e a San Basilio. Monaci che amavano la meditazione, condurre un'esistenza frugale e vivere e pregare in grotte possibilmente naturali.
Questi monaci, accolti e rispettati dai contadini, oltre a costituire dei gruppi di fedeli, riuscirono a costruire nel tempo Abbazie, Chiese e Monasteri diventando così protagonisti di quel fenomeno chiamato Monachesimo medievale, che in Calabria ha avuto le più significative testimonianze sia in campo artistico che religioso. E' difficile fare oggi un censimento delle opere che nel tempo, grazie al sostegno della chiesa di Roma, in disaccordo con quella di Bisanzio e dei nobili che si erano convertiti al Cristianesimo(donazioni, estese proprietà fondiarie, case e persone asservite), furono realizzate.
Alcune fonti stimano che nella regione furono oltre mille le chiese ed i conventi eretti. Man mano si organizzarono in cenobi costruendo chiese, conventi, laure grazie alla protezione ed all′aiuto che ricevettero inizialmente anche dalla Chiesa occidentale e da donazioni, costituite anche da estese proprietà fondiarie, case e persone asservite da parte di benestanti locali.
Si creò così un′organizzazione religiosa e sociale che rappresentò una diga al decadimento economico e culturale determinato dalle invasioni barbariche e dal diffondersi del feudalesimo. Per sottrarsi all′arroganza dei feudatari erano molti, infatti, i contadini che preferivano dipendere dai monasteri e proprio dai Basiliani appresero inoltre nuove tecniche di coltivazione. Una delle figure più significative dei monaci basiliani calabresi è San Nilo di Rossano (900-1004), fondatore del Monastero di Grottaferrata, rinomato centro dell′Ordine, che sopravvisse anche alle soppressioni di epoca borbonica.
Non si sa se chiamati da Ruggero o mandati dal Papa arrivarono in Calabria monaci cluniacensi. Furono detti Cluniacensi i membri dell′Ordine che, pur adottando la Regola benedettina, avevano ottenuto di essere "esenti da qualunque forma di sudditanza a vescovi o feudatari e di dovere obbedienza al solo Papa di Roma". La Regola dell′ordine benedettino prevedeva anche lo studio dell′architettura e gli abati, tra gli altri compiti, avevano anche l′obbligo di disegnare la pianta delle chiese e delle altre costruzioni che erano chiamati a dirigere. A costruire l′abbazia di Sant′Eufemia, dove era l′antico cenobio bizantino fondato da Cassiodoro, fu un monaco normanno, Robert De Grentemesnil che, giunto in Calabria dalla Normandia nel 1062 con 11 monaci, ne fu il primo abate, avendo tra l′altro alle sue dipendenze le abbazie di Venosa e di Mileto, rette da due priori francesi. Con l′affermazione del clero latino si cercò anche di distruggere molti documenti dei cenobi basiliani, alcuni dei quali furono trasferiti a Roma, altri nascosti e salvati, ma molte raccolte sono poi finite smembrate, vendute a privati o disperse.
Merita menzione in questa succinta storia del monachesimo in Calabria San Brunone, fondatore dell′Ordine Certosino, che rifugiatosi nell'estate del 1089, insieme ai suoi seguaci, in una località dell′Aspromonte nei pressi di Stilo e Bivongi con l'intento di fondare un ordine monastico immerso nella tranquillità di quei stupendi paesaggi ebbe in dono dal Conte Ruggiero, di cui era divenuto amico, i terreni circostanti che avevano il nome di Serra Santo Stefano. San Bruno vi costruì quella che fu la seconda Certosa in Italia dell′ordine dei Certosini. Della vecchia Certosa distrutta dai terremoti del 1783 oggi rimangono le mura perimetrali, la grande facciata d′ingresso in stile Rinascimentale, il chiostro rettangolare seicentesco ed il vecchio cimitero dei Certosini. Nel 1208 il Papa Innocenzo III° per contrastare il dilagare degli "eretici" indette quella che fu una Crociata, rendendo evidenti le contraddizioni di una Chiesa incapace di ricomporre pacificamente al proprio interno il dissenso religioso.
Ma la risposta al diffondersi dell′eresia e dare la possibilità alla Chiesa di riconquistare la sua credibilità venne dalla nascita di quelli che furono definiti Ordini Mendicanti. Questi sorsero all′inizio del XIII° secolo e si ispirarono alla povertà evangelica, alla fraternità (da qui il termine frati) e alla predicazione. I frati furono anche liberi rispetto a qualsiasi interferenza dell′autorità vescovile nella loro organizzazione.
E′ questa una rivoluzione che caratterizzerà gli Ordini mendicanti rispetto al movimento dei benedettini, non isolamento, preghiera e lavoro dentro l′abbazia, ma nel mondo intero. In questo contesto si collocano i Domenicani(Tolosa 1215), ossia l′Ordine dei Frati Predicatori fondato dallo spagnolo Domenico di Guzman, l′Ordine dei Frati eremiti di Sant′Agostino oggi Agostiniani e l′Ordine dei Minimi, così Papa Alessandro VI° definì le comunità che si erano costituite grazie al carisma di San Francesco di Paola.
La presenza dei Domenicani in Calabria iniziò con la fondazione del convento di Catanzaro nel 1401, e durò per tutto il XV e XVI secolo, fermandosi nei primi anni del ′600, dopo la fondazione di una novantina d′insediamenti sparsi capillarmente per tutto il territorio. In Calabria le fondazioni domenicane occupano sia le città più importanti che moltissimi medi e piccoli centri. Per l′ostilità dimostrata da Federico II° nei confronti degli Ordini mendicanti in Calabria e nel Mezzogiorno, che li considerava funzionali alla politica del papato che osteggiava la sua politica di governo rispetto al resto della penisola, l′insediamento di questi avviene con modalità e tempi diversi.
Esclusi i francescani, non è possibile per le età precedenti il secolo XV° accertare la presenza dei mendicanti in regione.
Non è semplice indicare una data che in qualche modo possa fissare i primi insediamenti degli agostiniani in Calabria ma si può ipotizzare che già nel secolo XII°, prima della canonica istituzione dell′Ordine 1256 esistessero degli insediamenti monastici o eremitici che s′ispiravano alla regola del S. Patriarca. Certo è che alla fine del Quattrocento l′Ordine agostiniano in Calabria non aveva ancora una sua precisa identità e fisionomia. Elemento fondamentale per lo sviluppo e diffusione degli agostiniani in Calabria è la penetrazione del movimento di "Riforma" che, nel dialettico rapporto tra "conventuali" e "osservanti", proponeva di vivere coerentemente la Regola di S. Agostino e le Costituzioni dell′Ordine. In Calabria l′esigenza di una più genuina fedeltà agli ideali delle origini si riscontra tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, grazie all′opera di p. Francesco Marino da Zumpano (1455-15l9), nei conventi di Aprigliano (1490), di Soverato (1490), di Nocera (1500), di Francavilla (1502), di Bombile (1506). Noto con il nome di Congregazione di Calabria o degli Zumpani, il movimento di riforma fu approvato dal priore generale Egidio da Viterbo il 24 maggio 1509.
In questa lunga e complessa storia si inseriscono le vicende legate ai tre conventi presenti nel nostro Paese, quello di Santa Maria della Croce dei pp. Agostiniani del 1502, quello di Santa Maria dell′Annunziata dei pp. Domenicani nel 1545 e quello di San Francesco dei pp. Riformati del 1621.
Queste significative opere e, viste le ridotte dimensioni del centro abitato, anche il loro numero, non sono solo un prezioso patrimonio architettonico ma la loro presenza testimonia l′importanza rivestita dal nostro Paese, Francavilla Angitola, in una determinata fase storica.
Pochi sanno che la chiesa di Trinità dei Monti di Piazza di Spagna a Roma è stata costruita grazie a San Francesco di Paola.
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