I Mendoza
Stemma dei Mendoza

Il Casato dell’ Infantado

La signoria dei conti di Mileto, di cui facevano parte gli attuali comuni di Francavilla Angitola, Filadelfia, Polia, Monterosso, Pizzo e, con una soluzione di territorialità, Francica e Mileto, fu donata nel 1505 dal Cattolico Ferdinando di Trastamara (Ferdinando II d'Aragona, 1452-1516 ) a Don Diego Hurtado di Mendoza  y Lemus, primo conte di Mileto e di Aliano, Gran Giustiziere del Regno di Napoli (1468–1536).

Nel 1551 a Don Diego succedeva il figlio omonimo,Diego Orlando de Mendoza, che da Carlo V d’Asburgo otteneva non solo la conferma dei domini paterni, ma anche ex-novo il feudo di Amendolea.

Dopo una temporanea cessione a Ruiz Gomez de Silva, marito della figlia di Don Diego Hurtado di Mendoza, Anna(1554-1633), tra il 1554 ed il 1561, il nuovo possessore riacquistava il suo stato fino a quando nel 1578 gli succedette la figlia Anna e a questa, nel 1592, il figlio Roderico Gomez de Silva y Mendoza (1562–1596 ).

Il dominio dei Mendoza ebbe all’inizio fiere contestazioni da parte dei principi di Bisignano, che ne erano stati precedentemente signori, ma poi rimase a lungo ben saldo nelle mani della ricca famiglia spagnola.

Un dominio di quasi trecento anni quello della famiglia Mendoza a Francavilla Angitola, ma chi erano i Mendoza?

I Mendoza

Il Casato dell’Infatado è una nobile stirpe discendente dalla Corona di Castiglia e il suo nome deriva dal Ducato dell’Infantado.

Un Casato che ha in cima al suo stemma di famiglia la corona della Grandezza della Spagna che è il simbolo della massima dignità nobiliare spagnola, titolo, secondo solo a quello di Infante di Spagna, che è conferito al figlio del re e ai figli del Principe delle Asturie.

Tradizionalmente, l'erede del ducato dell’Infantado detiene anche i titoli di marchese di Santillana e conte di Saldana.

Il Ducato dell’Infantado è stato concesso dai Re Cattolici (Isabella I di Castiglia e Ferdinando II D’Aragona) il 22 luglio 1475 a Don Diego Hurtado de Mendoza y Figueroa (1417-1479), secondo marchese di Santillana.

Lo stesso giorno fu creata la contea di Saldaña e quindi gli eredi del ducato si sono potuti fregiare oltre che del titolo di marchesi di Santillana anche di quello di conti di Saldaña.

La Torre dei Mendoza nella provincia di Álava

Quello degli Hurtado de Mendoza è stato uno dei casati nobili più potenti del Medio Evo spagnolo e uno dei più influenti di tutta la storia spagnola. Un casato che estese la sua influenza in tutta la Spagna e in America Latina e da cui discesero più di venti casati con titoli nobiliari e influenti membri dell’aristocrazia del Siglo de Oro spagnolo.

La famiglia era originaria di Mendoza, nell’attuale provincia di Alava (Paesi Baschi). Questi territori vennero annessi alla corona di Castiglia da Alfonso XI (1312-1350).

Prima di questo evento, Alava era un campo di battaglia dove le famiglie nobili si scontravano per risolvere controversie che duravano da generazioni.

Il ramo principale dei Mendoza fu quello del Ducato dell’Infantado, che mantenne il possesso della torre dei Mendoza dal XIII secolo fino al 1856, quando fu venduta a Bruno Martinez de Aragon Vitoria y Echánove. Questo ramo abbandonò presto la casa di origine trasferendosi definitivamente a Guadalajara nel XV secolo.

Il Ducato dell’Infantado è stato tra i ducati più influenti e potenti della corte spagnola tanto che nel 1625 esercitava il proprio dominio su più di 800 città  e aveva più di 80.000 vassalli alle proprie dipendenze.

Don Iñigo López de Mendoza y de la Vega, nato a Carrión de Los Condes nel 1398 e morto a Guadalajara nel 1458, è il capostipite di questo potente casato spagnolo. Come riconoscimento del valore dimostrato nella battaglia di Olmedo (1445), Giovanni II di Castiglia (1406-1454) lo nominò primo marchese di Santillana e conte di Real de Manzanares.

Nel 1435 fu Don Iñigo che iniziò la costruzione del castello a Real di Manzanares e fu sempre  lui a coniare il motto di famiglia “Dar es señorío y recibir servidumbre” .

Suo figlio, Don Diego Hurtado de Mendoza y Figueroa (1417-1479), fu il primo Duca dell’Infantado.

Questi sono i Titoli che la famiglia Mendoza ha accumulato nel tempo:

Tutti questi titoli sono vincolati alla famiglia.

Nel XIV Secolo

il primo Mendoza che prestò i propri servizi al regno di Castiglia fu Gonzalo Yanez Hurtado de Mendoza (1318-1359).

Nell'ultimo periodo della Reconquista, Gonzalo Yanez combatté nella battaglia del Rio Salado (1340), prese parte all'assedio di Algeciras (1344), servì come capo cacciatore di Alfonso XI e stabilitosi nella città di Guadalajara, divenne consigliere comunale dopo aver sposato una sorella di Don Iñigo López de Orozco, uno degli uomini più ricchi della zona.

La vita di Gonzalo, ci mostrano quelli che saranno i tratti che segneranno la storia della famiglia: gentiluomo di rango, ha combattuto contro i Mori, è stato premiato con importanti riconoscimenti da parte  del re  divenendo governatore del paese dove si stabilì e sposo una donna proveniente da una famiglia ricca e influente.

Furono gli eventi che si susseguirono alla Battaglia di Najera (1367) che determinarono l’ascesa dei Mendoza tra le più potenti ed influenti famiglie del Regno di Castiglia prima e di Spagna poi.  

Nájera fu teatro di una delle tante battaglie della I guerra civile castigliana (1354-1369) dove si affrontarono da una parte il re di Castiglia, Pietro I il Crudele (1334-1369), sostenuto dagli inglesi Giovanni di Gaunt (1340-1399) e il Principe Nero Edoardo di Woodstock (1330-1376), e dall'altra la nobiltà ribelle castigliana guidata da Enrico II conte di Trastàmara (1332-1379), fratellastro di Pietro I e futuro Enrico II di Castiglia, che poteva contare sul sostegno di Carlo V di Francia (1338-1380).

All'epoca, a guidare la famiglia Mendonza vi era Pedro Gonzàlez de Mendoza (1340-1385)  che prima parteggiò per Pietro I e poi, alla morte di quest'ultimo, passò dalla parte di Enrico di Trastàmara, che gli concesse diversi benefici una volta divenuto sovrano del regno di Castiglia. Enrico II infatti una volta salito al potere si dedicò alla ricostruzione del suo paese, lacerato da anni di guerra civile, e a causa della sua incerta stabilità politica dovette accattivarsi i favori della nobiltà elargendo privilegi, beni e rendite.

La politica seguita da Pedro Gonzàlez, di sostegno politico e militare alla nuova dinastia dei Trastámara venne mantenuta da suo figlio, Don Diego Hurtado de Mendoza Grande Ammiraglio di Castiglia (1365-1404). Quest’ultimo alle fortune che aveva ereditato dal padre aggiunse grandi appezzamenti terrieri nelle province di Madrid e Guadalajara, grazie alle sovvenzioni di Giovanni I di Castiglia (1358-1390) e di Enrico III di Castiglia (1379-1406).

Estese gli interessi della famiglia anche nelle Asturie, con il suo secondo matrimonio contratto nel 1387 con Eleonora Lasso de la Vega, vedova all’epoca di Juan Téllez de Castiglia, II Signore di Aguilar de Campo, la cui dote includeva Carrión de los Condes e gli stati delle Asturie e di Santillana.

Membro del Consiglio della Corona, quando Enrico III era ancora minorenne, riuscì ad ottenere il riconoscimento a diverse cariche pubbliche e incamerò diversi privilegi tanto che alla sua morte, nel 1404, era considerato l'uomo più ricco di Castiglia.

Dopo la morte di Don Iñigo López de Mendoza y de la Vega , avvenuta l'anno 1458, a capo del casato passò il figlio maggiore, Don Diego Hurtado de Mendoza y Figueroa, il quale ereditò il titolo di marchese di Santillana.

Il Palazzo dell’Infantado in stile tardo gotico e rinascimentale costruito nel 1483.

Di fatto la gestione effettiva degli interessi di famiglia venne esercitata da uno dei figli minori di Don Iñigo, Pedro Gonzalez de Mendoza, vescovo di Calahorra (1428-1495) influente uomo politico spagnolo. Pedro Gonzalez de Mendoza usò la sua influenza sui giovani sovrani Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia per arricchire se stesso e per mettere i suoi parenti in posizioni di rilievo e al sicuro con titoli nobiliari.

Durante la seconda Guerra Civile castigliana (1474-1479) - dove si contrapposero per la successione alla Corona di Castiglia i sostenitori di Giovanna la Beltraneja, figlia del defunto re Enrico IV di Castiglia, e quelli di Isabella di Castiglia, sorellastra di quest'ultimo, i Mendoza si impegnarono a sostenere il partito di Isabella in cambio di precise garanzie sulle terre castigliane, oltre al cardinalato per il Vescovo di Calahorra.

Grazie al supporto dei Mendoza, Isabella divenne regina di Castiglia nel 1474 e la famiglia dei Mendoza divenne la colonna portante dei futuri Re Cattolici, il casato più ricco e potente di Castiglia, sia dal punto di vista politico che militare:  nel 1475 Don Diego Hurtado de Mendoza y Figueroa ottenne da Isabella di Castiglia il titolo di Duca dell’Infantado e nello stesso anno iniziò la costruzione dello splendido Palazzo dell’Infantado nella città di Guadalajara.

Il loro cambiamento di sostenitori dei diritti della principessa Giovanna a leader del partito di Isabella è stato il culmine della storia politica dei Mendoza.

Nel XVI Secolo

La lealtà verso la famiglia non perdurò nelle generazioni successive.

Morto il cardinale, alla testa della famiglia è andò il Conestabile di Castiglia, Bernardino Fernández de Velasco, figlio di Mencía de Mendoza y Figueroa (Guadalajara 1421- Burgos 1500), sorella del Cardinal Mendoza andata in sposa a Pedro Fernandez de Velasco (1425—1492), nominato conestabile di Castiglia nel 1472.

Bernardino fu chiamato a rappresentare la famiglia durante gli anni critici in cui la corona di Spagna passò dai Trastámara agli Asburgo e con i Mendoza che non erano più disposti a seguire le scelte di un solo capo. Quell’unità d’intenti che aveva permesso al cardinale Mendoza di assicurare alle giovani generazioni della famiglia carriere politiche e tanta indipendenza non c’era più.

Il palazzo dell’Infantado cessò di essere il luogo di riferimento della famiglia.

Anche tra i Mendoza che restarono in Castiglia e accettarono di essere guidati dal conestabile sorsero delle dispute, in modo particolare con il conte di  La Coruña, che indebolirono la coesione della famiglia e la sua unità politica e militare.

Il marchese di Cenete

Il marchese del Cenete e conte del Cid, uomo arrogante e altezzoso si mosse in totale indipendenza dal resto della famiglia Mendoza. Cenete ebbe una carriera caratterizzata per l’audacia, l’opportunismo e gli scandali.

Nel 1502 si sposò in segreto e nel 1506 rapì la donna, che Isabella la Cattolica, gli aveva proibito di sposare.

Nel 1535 sua figlia, ereditiera del titolo e delle sue fortune, sposò l’erede del duca dell’Infantado, Diego Hurtado de Mendoza, riportando così i titoli alla casa madre dei Mendoza.

La carriera di Diego Hurtado de Mendoza, conte di Mileto e fratello minore del Marchese di Cenete, presenta caratteristiche totalmente diverse.

Ebbe un ruolo abbastanza importante come viceré di Valencia durante i primi anni del regno di Carlo V nella rivolta per il controllo della Germania.

Per la maggior parte della durata del regno dei re cattolici non ci sono stati conflitti tra i nobili o crisi nazionali per testare la coesione della famiglia.

Iñigo López de Mendoza y Quiñones, conte di Tendilla, ed i loro cugini, separati dal ramo principale per l'espansione di una famiglia prolifica e per la dispersione geografica delle loro carriere politiche, hanno ritenuto di essere in grado di garantirsi successi senza l’appoggio di tutta  la famiglia nel suo complesso. Quando si aprì il contenzioso generato dalla successione per il trono, ancora una volta, sono scaturiti gravi conflitti in Castiglia e i Mendoza non hanno potuto o voluto agire come un unico gruppo; Tendilla in particolare ha preso posizioni contrarie al resto della famiglia.

Nel clima di crisi e di ribellione che si scatenò a Castiglia alla morte della regina Isabella nel 1504, i Mendoza sono stati costretti a scegliere tra la loro tradizionale politica di sostegno alla dinastia di Trastámara, il cui ultimo rappresentante è stato Ferdinando, che aveva cementato il successo della famiglia nel passato e ha stabilito la nuova politica, o sostenere la nuova dinastia di Borgogna  per assicurarsi il futuro.

Il 3° Duca dell’Infantado, capo nominale dei Mendoza così come  il Conestabile, che di fatto era colui che  tutelava gli affari della famiglia, hanno scelto la nuova politica per mantenere il potere  della famiglia come unità politica.

Tendilla preferì mantenere la tradizione. Mentre Castiglia era sotto il dominio dei Trastamara, la sua politica ha avuto successo, quando divenne chiaro che la dinastia sarebbe morta a Castiglia, la posizione da lui assunta, oltre a rivelarsi dannosa per la sua prosperità politica e materiale, ha impedito tra l’altro che la famiglia agisse in modo unito, indebolendo quindi l'efficacia dei Mendoza nel suo complesso.

Anche nei secoli successivi i Mendoza hanno avuto uomini importanti ma l’idea di famiglia del marchese di Santillana non andrà oltre il XVI secolo.

Anna Mendoza

 

Diego Hurtado Mendoza

 

Anna de Mendoza

 

Stemma della casa dei Mendoza nella città natale del marchese di Santillana a Carrión de los Condes (Palencia, Castilla y León).

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