Francavilla Angitola - Il Paese del Drago
Non si può solo parlare ma, quando si può, si deve anche fare.
Così, dopo aver tanto letto e discusso su Rocca Angitola, ho deciso di andare a fare visita a quel che rimane della città dalle cui origini, spesso mitizzate, traggono le radici molti paesi della Calabria ad essa limitrofi (Francavilla Angitola, Pizzo Calabro, San Nicola da Crissa, Maierato, Capistrano ecc. ecc. ).
Non si poteva non andare a Rocca Angitola dopo le lunghe letture (Barrio, Ilario Tranquillo, Foca Accetta) e le rilassanti e interessanti passeggiate per la via del Drago con Foca Accetta, l’ingegner Davoli e altri.
Così, dopo aver preparato la macchina fotografica e caricato la videocamera, insieme a mio cognato Claudio Aracri ci siamo avventurati, è il caso di dire, tra le rovine della Rocca.
Avventurati perché, dopo un primo tratto che si può percorrere con la macchina, bisogna proseguire a piede per una strada ripida e scoscesa.
Alla vista dei primi resti, quelli di una chiesetta, il cuore comincia a battere più forte e, pur stando attenti alle insidie che si possono nascondere per effetto di una vegetazione fittissima e molto alta, proseguiamo.
Ci troviamo finalmente al centro della Rocca e guardandoci intorno nonostante l’erba molto alta ci rendiamo conto di quanto doveva essere imponente.
L’emozione aumenta quando guardando il panorama attorno prendiamo coscienza che si ha la possibilità di scrutare tutto ciò che la circonda per 360 gradi.
Chi ha localizzato questa altura per costruirvi l’insediamento della Rocca sapeva certamente il fatto suo.
Come bambini che hanno trovato qualcosa da scoprire cominciamo a spostarci tra i ruderi per una attenta e ragionata ricognizione.
Guardiamo attraverso le feritoie del castello dalle quali si presume che sporgessero i cannoni e tentiamo di capire quali potessero essere gli obiettivi o di immaginare quale potesse essere la vita religiosa grazie alle chiese o quale potesse essere la vita quotidiana, come si potessero rifornire di acqua o quale fosse la vita dentro il castello.
Su come si potesse vivere insomma su quel promontorio dove era stata situata Rocca Angitola.
Mentre facevamo queste considerazioni ecco renderci conto che da Rocca Angitola si vede in modo nitido insieme ad altri paesi il nostro: Francavilla Angitola.
E’ una vista che riempie di gioia e che in qualche modo sembra voler testimoniare il legame storico tra Rocca Angitola e Francavilla.
Quel legame che gli storici aldilà dei miti danno per certo con i casali di Santo Foca, Cartopoli e Clopani tre dei diciotto casali che facevano riferimento a Rocca Angitola.
Arriva la sera e con essa il momento di lasciare quel luogo molto assolato, silenzioso, e dove l’unico rumore che si sente, oltre ai suoni delle cicale e degli uccelli, è quello del vento.
Il vento che riporta fino a noi i suoni e i rumori di una comunità intorno alla quale si è costruita una leggenda.
Peccato che questa leggenda come spesso accade per le bellezze della Calabria, e Rocca Angitola ne è sicuramente una testimonianza, vengono abbandonate da tutte le istituzioni pubbliche, locali e centrali.
Scendiamo a valle con l’amaro in bocca. Abbiamo trovato le testimonianze delle nostre origini& e questi resti, come oggi la Calabria, sono poco valorizzati e trasformati in risorse.
Ma possibile che i comuni limitrofi non riescono a trovare il modo di valorizzare questo importante insediamento storico?
Dobbiamo aspettare che qualcuno ci costruisca sopra un finto agriturismo?
© Francavilla Angitola - Storia Ricordi Cultura Religione