Relazione di Quaranta e Caria - dottori fisici di Francavilla
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    Vincenzo Ruperto

Ci incantò V.S. Ill.ma con sua della data di jeri, ch’all’ore ventuno dell’istesso giorno conferiti ci fussimo in codesta Filadelfia alla di lei presenza à fin di tenersi una sezzione su d’affare molto interessante ; infatti, essendoci costà conferiti, e tenutasi l’anzidetta sezzione , la quale tutta fù relativa alle buone , ò nocive qualità dell’Aria, ed Acque dello Ziopà, ed alle buone, ò nocive qualità dell’Aria di questa Terra di Francavilla. Noi con sode raggioni tratte dalla Fisica, e dalla Prattica, che alla presenza di codesto Dottor Fisico Don Giuseppe Scuteri, le umiliammo, abbiamo fatto vedere, che tanto l’Aria, quanto le poche acque dell’anzidetto luogo dello Ziopà, sono all’umana salute nocive, e di pericoloso inciampo; al contrario poi buone, e salutifere, così l’Aria che l’abbondanti Acque di questa Terra di Francavilla.

Dopo d’averci ella sù tale assunto per lo spazio di circa due ore inteso, sempre alla presenza dell’anzidetto Dottor Fisico Scuteri, si servì incaricarci , che quanto à voce aveamo detto, in scritto ridotto l’avessimo. Adimpendo noi a quest’altro incarico, con questa nostra le dicèmo, che trovandosi detto luogo dello Ziopà situato da circa un Miglio distante dal fiume Angitola, e alla fine di un Vallone , che à il principio dall’istesso fiume, le di cui acque crescendo per le piogge nell’Inverno, ed uscendo fuor dalla sponda, e de’ suoi limiti, allagano, ed inondano tutte quelle pianure, in guisa tale, che formano una gran palude, e perdurando in sifatta maniera inzìno al mese di Maggio, tempo in cui, crescendo il calore solare l’essiccano per la continua evaporazione, caricandosi l’Aria d’esalazioni, e vapori putridi, perché nascento d’acque impaludate, nelle quali si sono infracidite l’erbe, e l’erbe, che morti infiniti Insetti e Rettili.

Nei mesi poi di Giugno, Luglio, ed Agosto l’istessa Aria si carica poi d’altra specie di nocivi vapori, ed esalazioni, a caggion che, mettendosi a macerare lini, e le canape, che dall’industria di quattro convicini Paesi sino nell’anzidetto Fiume Angitola, il quale viene dalli mentovati Generi per lo spazio di circa due miglia occupato di tante fosse, che per l’essere sudetto appositamente si formano, ed essendo nell’additati tempi l’azione del calore solare all’ultimo grado cresciuta, quell’Aria carica, e pregna  si rende d’esalazioni putridi e setteci, micidiali per l’umana Salute. Di poi trovandosi alli contorni di detto Fiume Angitola delli stagni, da’ medesimi continuamente nell’estate si sollevano in alto de’ vapori, ed esalazioni pestilenziali, il perché fù da’ signori scrittori dell’Opera intitolata “Jstoria de’ fenomeni  del Terremoto avvenuto nelle Calabrie“,(1) stimata quell’Aria di pericoloso inciampo per la salute di tutti li abitatori dei circonvicini luoghi, spinti tali nocivi, putridi, settici, non che pestilenziali Vapori, ed esalazioni dalli due dominanti venti Libeccio e Ponente, e valicati per la via dell’additato Vallone nel medesimo luogo dello Ziopà, in cui l’istesso torna, e andando a galla in quell’aria, nociva non che micidiale è per quei abitanti, che la respirano, ed ingojano; e tale anche la dimostrano la moltitudine dell’insetti chiamate zazzare(sic!), che ivi domiciliano, ed albergano, e questa è rapporto all’Aria. Rapporto poi alle poche acque dello Ziopà, siamo a dirle che le stesse sono di pessima qualità, avvegna che scaturendo questa da’ luoghi arenosi s’impregnano non solo della componente dell’Arena, ma di vantaggio fangose, limacciose si rendono ; tanto è vero che sendosino quattro anni addietro pesate, si son trovate pondorosissime, e di gran lunga avanzare il peso dell’Acque di questa Francavilla. Fin qui la Fisica.

La Prattica ci ha fatto vedere che molti di quell’individui passati a stanziare nello Ziopà, si sono colà infermati con malattie perniciose, nuove, e non mai vedute in questa Terra di Francavilla, il perché molti si ne son morti miseramente; e parte non non si videro prima riavuti, sé non dopo che dà colà se non son fuggiti, e ritornati nella Patria di Francavilla in cui respirando l’Aria buona nativa, e servendosi dell’Acque buone, e salutifere, denza uso di romedi si restituiscono al primiero stato di loro buona salute; avvegna che essendo la Terra di Francavilla in luogo arioso, e ventilato, ed in suolo di duro scoglio, e non essendovi nei contorni acque stagnanti, ma solo perenni fiumi, che dall’alto rapidamente scorrono al basso, l’Aria è pura e buona; e buonissime sono l’acque perchè tutte scaturiscono dalle falde di monti sassosi.

Tanti ci occorre brevemente dirle, e con senzi di verace stima ci dicemo.

Francavilla li 11 ottobre 1788

Dottor Fisico Giuseppe Quaranta
   Dottor Fisico Nicola Caria.

1) La Reale Accademia delle Scienze, e delle Belle Lettere di Napoli, subito dopo il terremoto, precisamente il 5.4.1783, inviò in Calabria un gruppo di illustri personalità scientifiche, soci della stesse, al fine di redigere la storia del terremoto e dei suoi fenimeni dopo una attenta ricognizione in loco. Direttore del gruppo fu Michele Sarconi, segretario dell’Accademia Facevano parte del gruppo gli accademici: Padre Eliseo della Concezione carmelitano, Angiolo Fasano, Padre Antonio Minasi domenicano, e l’Abate Nicolò Maria Pacifico; i soci Giulio Candido , Luigi Sebastiani e Giuseppe Stefanelli; i tecnici per la documentazione grafica architetti Pompeo Schiantarelli, e Ignazio Stile col disegnatore Bernardini Rulli. Nel 1784  fu stampata a Napoli, presso la tipografia di Giuseppe Campo, l’opera  Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie , e nel Valdemone nell’anno 1783/ posta in luce dalla Reale Accademie delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli.

Per quanto concerne Francavilla non vi è alcun rifermento sulla qualità dell’aria nel vecchio o nuovo sito di Francavilla. Si fa cenno solo all’aria di Pizzo ritenuta ‘ d’una mediocre bontà. Padre Eliseo della Concenzione, l’accademico che svolge una relazione sulle epidemie nascenti e sullo stato dell’aria, afferma ‘ Ciò, che ha di vero, si è che la salute era di molto alterata ne’folti, e meschini abituri . A pizzo gli ‘abituri, erano baracche sparse lungo la spiaggia, dove regnava la ‘putredine’ causa di una febbre ‘ che i medici chiamano da carcere, o da spedale, già inchinante a divenire epidemica. Figuriamoci nelle baracche del vecchio e nuovo sito di Francavilla quale desolante ambiente d’insalubrità vi doveva essere. Nelle relazioni dei  medici francavillesi sono riportate le malattie ricorrenti in quei tempi.

 

 

 

 

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