Francavilla Angitola - Il Paese del Drago
Delusione,
si non c’è altra espressione per commentare la mancata realizzazione della parte civile della festa del nostro Santo Patrono San Foca Martire.
Le voci che circolavano nel paese erano le più disparate e chiamavano in causa i diversi soggetti che in qualche modo hanno o potevano avere un ruolo decisionale sulla realizzazione della festa.
Chi diceva che c’era una disposizione del vescovo che ne vietava lo svolgimento, chi affermava che ad essere contrario fosse il Parroco perché avrebbe voluto gestire tutte le offerte di cui San Foca gode, chi ancora che l’Amministrazione comunale non si è assunta la responsabilità, infine chi affermava che la responsabilità fosse del consiglio pastorale.
Non so se tra queste ipotesi c’è quella vera, così come non so, e non voglio sapere, di chi è la responsabilità.
So solo che la festa non si è fatta!.
Non c’era la tradizionale illuminazione della festa per le strade, non c’è stata nessuna manifestazione culturale, ludica o teatrale, non ci sono stati i tradizionali fuochi d’artificio.
C’era la banda musicale anche se con diversi bambini e ragazzi.
Dopo oltre 400 anni Francavilla Angitola fa morire la festa che sicuramente più di ogni altra fa sentire tutti noi francavillesi, credenti e non, membri della stessa comunità.
Quando noi francavillesi che viviamo in altre regioni d’Italia o all’estero dobbiamo decidere la data della partenza per le ferie, la prima cosa che guardiamo sul calendario è quando “cade la festa” e su quella data programmiamo le nostre vacanze.
Mi auguro che quello di quest’anno sia stato il frutto di una grave sottovalutazione e che tutti coloro che hanno ruolo nella decisione sullo svolgimento della festa considerino con grande attenzione l’inopportunità di perdere questa tradizione che affonda le sue radici nei secoli e che rappresenta uno dei più importanti elementi di identità del nostro paese e della nostra gente.
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