Francavilla Angitola - Il Paese del Drago
Durante l’inverno i momenti di svago e di incontro dei giovani a Francavilla Angitola si restringevano drasticamente.
Niente passeggiate verso “u dragu” , niente mare, niente granita di limone seduti davanti al bar di “Foca e Cristina”.
Gli unici “rifugi” che restavano per noi maschietti erano i bar e qualche bettola nei quali si poteva fare una partita a carte o una sfida a biliardino.
Una delle cose che allora si faceva per potersi ritrovare e stare insieme per scherzare e passare una serata tra amici era
“a scialata”.
Un incontro tra amici in cui ognuno dei partecipanti portava qualcosa da mangiare e soprattutto da bere.
E’ inutile dire che le soppressate erano uno dei pezzi forti della serata. Così come lo era il vino bianco di zibibbo che compravamo presso “zia Sabetta” o quello rosso che compravamo presso “i barunieji”.
C’era la carne che Rolando Caruso sceglieva e che facevamo cucinare ai nostri genitori, c’erano le olive schiacciate o in salamoia, la giardiniera, i pomodori secchi e tant’altro ben di Dio.
La compagnia più affiatata, e di cui io facevo parte, era quella composta (oltre che dal sottoscritto) da Michele Ventrice, Rolando Caruso, Antonio Grillo, Franco Fiumara e dal fratello Lello Fiumara, Franco Bonelli oltre ad altri che di volta in volta si aggregavano.
Il divertimento, la sbronza e il buon cibo erano assicurati. Naturalmente non mancavano nemmeno la musica e le canzoni che tutti noi cantavamo insiemea squarciagola.
Quanto divertimento. Quante ore liete trascorse in allegria e spensieratezza.
Erano gli anni della nostra adolescenza.
Le nostre mamme ci cucinavano quello che chiedevamo o portavamo loro per l’occasione.
Quante volte a secondo del periodo staccavo i “sazizzi” piuttosto che le soppressate dal soffitto dove erano ancora appese per la fase di maturazione.
Quelle serate erano tutte un brindisi e un cercare di far bere il più possibile qualcuno per farlo ubriacare.
Ricordo in modo particolare una sera che eravamo riuniti nella casa della zia di Rolando Caruso sita nella piazza di Francavilla Angitola dal balcone della quale durante le elezioni si svolgevano i comizi elettorali.
Eravamo tutti intenti a bere e ormai tutti abbastanza brilli quando “Peppinuzzu Galati”, accompagnato dall’oratore di turno, ha bussato per chiederci di aprire la porta per poter accedere al balcone che si affaccia sulla piazza per fare il comizio.
All’inizio dicevamo che non c’era nessuno per poi infine aprire e, se pur con enorme ritardo, consentire lo svolgimento del comizio.
Certo, avevamo bevuto cinque litri di vino di zibibbo, ed era normale che noi sottolineassimo a modo nostro quelli che erano i passaggi più significativi dell’intervento dell’oratore. Lui poverino a cercare di argomentare il perché votare per il suo partito e noi dentro a dedicare brindisi a tutto il mondo.
Quanti piatti e posate abbiamo buttato.
Quante volte ho lasciato mia madre senza coltelli o senza posate.
E si, all'epoca non si usavano i piatti e le posate di plastica.
Dopo una serata come quella nessuno sparecchiava o si preoccupava di buttare qualcosa.
Restava tutto apparecchiato così, per due o tre giorni, fino a quando tornavamo sul “luogo del delitto “ e in qualche modo buttavamo i resti di quella serata ma non lavavamo i piatti.
Tra le altre cose non c’era l’acqua corrente. Ogni tanto quando i piatti e le posate erano tanti e la muffa compariva, prendevamo il tutto e lo buttavamo.
Quante volte mia madre si chiedeva che fine avessero fatto le posate piuttosto che i piatti.
Ora finalmente lo saprà.
La scialata si faceva anche d’estate e in quel periodo si privilegiava la campagna e, anche li all’aria aperta, lo stomaco si apriva per ricevere i cibi squisiti e gli ottimi vini prodotti a Francavilla Angitola.
Non so come passano la giornata gli attuali giovani e adolescenti di Francavilla Angitola.
Quello era per noi un modo oltre, che per passare del tempo in un paese dove non c’erano tante occasioni di incontro e di svago, che consentiva di stringere e consolidare amicizie e mantenere rapporti sociali.
Oggi molti usano internet per collegarsi con il mondo, ma pur potendo contare su un’infinità di contatti virtuali spesso si rimane soli davanti allo schermo del proprio computer.
Allora buon appetito e, come si dice dalle nostre parti, “a saluti”.
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